Atto II
O sorella della luce più preziosa
Contesto narrativo
Nella magnificenza del tempio, Anna supplica la sorella di seguire il richiamo dell’amore, un canto antico che risuona profondo nel suo cuore. Con voce delicata le ricorda i pericoli che circondano il suo regno, i nemici che tramano contro di lei e la necessità di un alleato potente.
Le parole di Anna si diffondono nell’aria come un’invocazione sacra che risuona dalle profondità della terra e sale verso il cielo, trascinando con sé la speranza e la paura di un popolo intero.
Didone lotta per conciliare il suo amore con il suo dovere, la sua passione con il suo orgoglio.
Il destino di un regno e la sorte di due amanti pendono in bilico, come le corde di un'arpa dimenticata, che attende solo di essere toccata per risvegliare la melodia della vita e del destino.
Testo
O SORELLA DELLA LUCE PIU' PREZIOSA
O sorella della luce più preziosa
Ti struggerai da sola
Per l’intera giovinezza
Né avrai diletti figli
Né grazie da Venere
Credi che di ciò si curi la cenere
O i Mani sepolti
Spregiasti Iarba
e gli altri condottieri dell’Africa
Terra ricca di trionfi
Pugnerai anche un prode amato
Non pensi mai in quali terre tu sei
Di qui i Getuli insuperabili in guerra
e sfrenati Numidi
Di là i furenti Barcei
.
E che dire della guerra che minaccia
Da Tiro tuo fratello
Oh qual vedrai, sorella,
Diventar la cittade
E quale regno sorgere
Per tal connubio
Col sostegno dell’armi dei Teucri
Per quali grandi vittorie
S’innalzerà la Punica gloria
O sorella, ascoltami